23.2.06

Anch'io.


«Io divido il mio tempo così: metà dormo e l'altra metà sogno.»

[Søren Kierkegaard]


22.2.06

Decisamente in peggio

Si però... basta con questi post intelligenti (intelligenti... vabbè, parole grosse vedo volare).
Cos'è tutto questo opinionismo? Non ci siamo proprio. In questi giorni di turpiloquio intellettivo e autodistruttivismo dilagante non me ne posso uscire con qualcosa di così impersonale. Ennò!
Troppe poche volte ho usato la prima persona, troppo poco ho dichiarato i miei stati d'animo. Troppo poco spettacolo ho dato...

Sinceramente mi trovo completamente priva di appigli e sono perennemente presa da un'apatia che sfiorerebbe l'ermetismo, se non fosse per i troppi avverbi.
Come fate voi, in questi casi?
La voglia di cambiare è già svanita e il suo posto l'ha preso la consapevolezza che non è possibile.

Il che è decisamente peggio.

I buy, you buy, eBay

Non si tratta di una questione politica. Non ce l'ho con eBay perché è americano, sarebbe stato lo stesso se fosse stato palestinese o inuit, per quanto mi riguarda (ma avrebbe mai potuto esserlo? Mmm...). Ce l'ho - ma solo un po' - con eBay per esserne stata schiava fino a poco tempo fa io stessa e dunque per averne colto l'essenza, o almeno credo.

Saprete che sono una collezionista. eBay è il luogo perfetto per il collezionista. Lì il maniaco si abbandona completamente alla propria compulsività (artistica, ovviamente...) e può passare intere giornate nell'assorta contemplazione di tutto ciò che mai potrebbe sperare di trovare dal rigattiere sotto casa e, probabilmente, nemmeno dall'antiquario più prestigioso della regione (parlo per il mio campo, ma vale similmente anche per altri).
Ci si può perdere la testa, parola mia.

Per fortuna altri eventi sono intervenuti per farmi rinsavire e ho realizzato quanto la mia passione fosse stata snaturata dallo strumento principe di questo florido new business.
eBay - come anche tutti gli analoghi - è una sorta di ipermercato, dannazione. Un ipermercato, però, che non si limita a vendere scarpe, abiti e accessori per il trucco, ma che commercializza arte, storia, cultura come si potrebbe fare con le figurine Panini. La differenza, ecco, è giusto nel prezzo.
Sicchè dopo un po' (quel po', appunto, sufficiente a lasciare in giro per il mondo uno sbalorditivo amount di quattrini) te ne accorgi, diavolo, di quanto stucchevole fosse il meccanismo che ti portava, dalla mattina prima ancora di far colazione, ad aprire la brava connessione per dare la rituale occhiata a quali fossero le leccornie del giorno.
Come si può? Con le cose antiche, poi... le cose che arrivano dal passato devono il loro fascino al merito che hanno di essere sopravvissute all'indelicatezza delle epoche umane. E quindi prendersi cura di esse significa avere un merito a propria volta, quello di averle riconosciute e salvate dall'inesorabilità dell'oblio. Che salvataggio è quello che mi porta ad acquistare un oggetto patinato come la peggiore bigiotteria made in China? Dov'è il senso della ricerca? Violentato e messo in vetrina anch'esso, fotografato, schedato, descritto fino all'ossessività e, infine, correttamente monetizzato - risultati d'asta e cataloghi di settore alla mano.
Per me, non fa nemmeno male la ragazza che mette all'asta la propria illibatezza. C'è poi così grande differenza?

18.2.06

Quando sembra non si abbia scelta

[1968]

Sittin' in the mornin' sun
I'll be sittin' when the evenin' come
Watching the ships roll in
And then I watch 'em roll away again, yeah

I'm sittin' on the dock of the bay
Watching the tide roll away
Ooo, I'm just sittin' on the dock of the bay
Wastin' time

I left my home in Georgia
Headed for the 'Frisco bay
'Cause I've had nothing to live for
And look like nothin's gonna come my way

So I'm just gonna sit on the dock of the bay
Watching the tide roll away
Ooo, I'm sittin' on the dock of the bay
Wastin' time

Look like nothing's gonna change
Everything still remains the same
I can't do what ten people tell me to do
So I guess I'll remain the same, yes

Sittin' here resting my bones
And this loneliness won't leave me alone
It's two thousand miles I roamed
Just to make this dock my home

Now, I'm just gonna sit at the dock of the bay
Watching the tide roll away
Oooo-wee, sittin' on the dock of the bay
Wastin' time

(whistle)

16.2.06

Seeking safety

«The butterfly seeks safety in lightness».


[da Chinua Achebe, Butterfly]

15.2.06

Osservazione

Lupi dentro.
Fame di vivere.
Sanguinamento di desiderio.

12.2.06

Impellenze evolutive

Mi ritrovo a dover gestire un impellente desiderio di cam- biamento.

... l'evoluzione è tutta qua
come piloti in folle corsa
il traguardo come premio e maledizione
più spingi e più ne vuoi
tra crudeltà e sopravvivenza
alla ricerca di una nuova evoluzione...
(Linea 77 - Evoluzione)

Mi sento un baco da seta in attesa del passo verso il nuovo stadio.
Frattanto scado in bieca vanità.
Probabilmente non sto che ritrasformandomi all'inverso lasciando in giro frammenti di quoziente intellettivo presi in prestito altrove. Sì, dev'essere così.

Non mi sta bene la sensualità di questo Nirvana di narcisismo.

Si accettano consigli.

10.2.06

Chiamatemi Maat Sinclair

«Ahimé, oggi lo so: non c'è nulla di così ostico all'uomo come percorrere la strada che lo conduce a se stesso.»

«Non vorrà mica considerare uomini tutti i bipedi che passano per la strada soltanto perchè camminano ritti e la gestazione dei loro figli dura nove mesi! Lei capisce che molti di loro sono pesci o pecore, vermi o sanguisughe. E quanti sono formiche, quanti api! Certo in ognuno di loro ci sono possibilità di diventar uomini, ma solo quando lo intuiscono e imparano a rendersene conto, queste possibilità appartengono loro.»

«Quando odiamo un uomo, odiamo nella sua immagine qualche cosa che sta dentro di noi. Ciò che non è in noi non ci mette in agitazione

«Già, bisogna trovare il proprio sogno perchè la strada diventi facile. Ma non esiste un sogno perpetuo. Ogni sogno cede il posto ad un sogno nuovo, e non bisogna volerne trattenere alcuno

«Eppure non eravamo affatto esclusi dal mondo; i nostri pensieri e discorsi avevano il loro posto, ma in un campo diverso: dalla maggioranza ci separava non un confine, ma soltanto un altro modo di vedere

[da Herman Hesse, Demian, 1917]

3.2.06

5 S A di M (*)

Oh ma che bello, grazie cara, questo giuochino mi intrippa assai :D

Regolamento: il primo giocatore di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "cinque tue strane abitudini", e le persone che vengono invitate a scrivere un messaggio sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere 5 nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. Non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog o journal che dice "sei stato scelto" (se accettano commenti) e ditegli di leggere il vostro.

Allora, vediamo un po'.

1) Ci sono delle parole che, in certi momenti, mi fanno ridere. Non battute o roba del genere, delle parole normalissime. Solo, che ne so, a volte generano in me una ilarità inspiegabile...
Un esempio? Mmm... lasciatemi pensare... lestofante, ad esempio, o anche stranito. Eheheh. Esilarante.
Molto spesso si tratta di termini antichi o desueti. Una delle cose che adoro fare è leggere Dante ad alta voce con mia madre. In particolare l'Inferno, ovviamente. Ci si fa le migliori risate!

2) Non bevo due delle bevande più diffuse e comuni: caffè e birra. Non ho motivi ideologici di sorta, semplicemente non mi piacciono. Addirittura, non riesco nemmeno a mangiare dolci o gelati o cioccolatini con minime percentuali di caffè...
E allora, poichè sono anche una che ha sonno a tutte le ore del giorno e della notte e si addormenterebbe in tutte le posizioni e in tutti i luoghi in qualsiasi momento, sin da piccola ho bevuto té in quantità industriali, sicché adesso l'abitudine si è trasformata in vera e propria passione.
Quello del té è un rito affascinante e irresistibile, sicché vago per il mondo ad assaggiarne tutti i tipi che incontro. Non nego che parteciperei volentieri a qualche corso di degustazione.

3) Spesso so essere incredibilmente pigra. Ad esempio, alle volte uso fare il riposino prima di dormire. Ovvero, se la sera ho sonno ma non ho voglia di spogliarmi o struccarmi, mi metto a dormire così come mi trovo, avendo cura però di settare una sveglia, chessò, alle 04:00 ad esempio. A quell'ora mi sveglio, un attimo più riposata, e allora mi svesto, strucco e lavo con tutta calma e posso quindi andare a nanna soddisfatta :D

4) Adoro i giochi di parole, soprattutto se hanno riferimenti più o meno dotti o curiosi, e cerco di infarcire di essi qualsiasi cosa scriva. Ce ne sono parecchi anche sul blog... a voi scoprirli!

5) Ah, dimenticavo, questa è senza dubbio la migliore...
Per la verità è una "strana abitudine congiunta", se vogliamo. Nel senso che la condivido con mio fratello. Insomma, anni fa io e lui abbiamo creato, per interpretarli, una serie di personaggi umanoidi appartenenti a delle razze inventate. Non è stato un processo del tutto intenzionale, diciamo che sono venuti fuori così, spontaneamente. Due di questi, in particolare, sono quelli che impersoniamo più frequentemente e ormai le loro storie sono complicatissime e si aggiornano periodicamente... eheh... è una cosa difficile da spiegare...
Sta di fatto che quasi quasi, quando parliamo, stiamo più spesso nelle vesti di queste stane e complesse creaturine che nei nostri... sono degli alter-ego coi quali amiamo follemente sollazzarci.
I meglio riusciti, tra le specie inventate, sono senza dubbio i Bubù (in effetti però, difficilmente trascrivibile in caratteri umani) e i Ghe. Dei primi, il mio nome è Bu e quello di mio fratello è Buìu (anche pronunciabili in un modo lievemente diverso, a seconda dei dialetti), dei secondi io sono Ghia e mio fratello Ghe (nome ahimé alquanto poco originale per un Ghe, in effetti).
Vabè, la concludo qui, che a continuarla ci sarebbe un mondo intero da raccontare...
Lo so, lo so, sono completamente pazza. ^_^
Adesso però devo passare la rogna a cinque malcapitati. Beccatevi 'sto gioco, allora: Dani, Ciuzzola, Nicò, Antò, Papera!

(*) pardon, è solo che siamo stati fino alle 03:00 io e Daniele l'altra sera appresso a quei ditloidi maledetti... c'ho preso l'abitudine...

1.2.06

Una melodia da nulla

«È la musica che è difficile, questa è la verità, è la musica che è difficile da trovare, per dirselo, lì così vicini, la musica e i gesti, per sciogliere la pena, quando proprio non c'è più nulla da fare, la musica giusta perché sia una danza, in qualche modo, e non uno strappo quell'andarsene, quello scivolare via, verso la vita e lontano dalla vita, strano pendolo dell'anima, salvifico e assassino, a saperlo danzare farebbe meno male, e per questo gli amanti, tutti, cercano quella musica, in quel momento, dentro le parole, sulla polvere dei gesti, e sanno che, ad averne il coraggio, solo il silenzio lo sarebbe, musica, esatta musica, un largo silenzio amoroso, radura del commiato e stanco lago che infine cola nel palmo di una piccola melodia, imparata da sempre, da cantare sotto voce
- Addio, Elisewin.
Una melodia da nulla.»
[Alessandro Baricco, Oceano Mare]