18.12.06

Il sesto senso

L’essere umano è davvero dotato di un sesto senso. Capita infatti che una sensazione olfattiva o auditiva (in genere musicale) scateni in noi un ricordo particolare; ma è da rilevare che alle volte questo ricordo non è una semplice immagine mentale quale può essere quella che ci viene richiamata alla memoria qualora le circostanze lo richiedano. Non è, insomma, un ricordo dello stesso tipo di quelli che consciamente riesumiamo dai nostri archivi mnemonici a seguito di una richiesta esplicita, ovvero di un «ti ricordi?». Infatti, queste ultime memorie appaiono alla mente come una forma sfocata e rielaborata (“compressa”, potremmo dire mutuando il gergo informatico) dell’insieme delle percezioni sensoriali afferenti a quel preciso momento storico, sicché possono essere descritte nei termini di dati visivi, auditivi, olfattivi, tattili e gustativi.
Di altro genere sono allora senza dubbio quelle percezioni emozionali, per dir così, che vengono richiamate solo accidentalmente e che è pressoché impossibile riprodurre volontariamente; si tratta in genere di sensazioni che risultano solo parzialmente sensibili nell’istante del loro generarsi iniziale a seguito di un evento (accade spesso durante l’infanzia, oppure al momento dell’innamoramento o in altri contesti che scatenino forti emozioni) e che lo diventano assai più nel ricordo. E la differenza sostanziale dai comuni e già descritti ricordi, oltre alla questione dell’accidentalità, è che queste sensazioni non possono essere trasmesse (al di fuori da chi ne è stato soggetto) attraverso il linguaggio, utilizzando espressioni che appartengono ai cinque sensi canonici. Dunque, così come non sarebbe mai possibile descrivere con esattezza una sensazione visiva a mezzo di verbi ed attributi dell’udito, poiché vista ed udito sono sensi diversi, allo stesso modo l’impossibilità di comunicare queste sensazioni con il corrente vocabolario sensoriale testimonia che si è di fronte ad una sesta facoltà dell’umano, nonostante essa sia causata indirettamente (e cioè conseguentemente ad una combinazione di percezioni derivanti dagli altri sensi) dal cervello e non da un organo propriamente addetto; in questa accezione, si può dire che è un senso secondario, in un certo qual modo, e che si tratta più propriamente di sensazioni che di percezioni, poiché i dati che il corpo rileva sono di tipo soggettivo e non oggettivo.

13.12.06

Ye olde bookshop

Ah, care vecchie estinte librerie come si deve.
Alla facciaccia della nuova Feltrinelli, della nuova Laterza e in breve di tutta la nuova commercialissima feccia multicolor che ha invaso questa città.

Oggi sono stata dalla Palomar. Ho chiesto se avessero il libro che cercavo. Hanno guardato sul pc (ok, piccola concessione all'era moderna) e c'era. Ma dove? Settore A1, edizioni Tea. Niente. Cerchiamo qui. Oppure qui. Può essere di qua: no, non c'è. Ma ci dev'essere. Qui? no. Eppure...

Insomma, un quarto d'ora noi e i due librai a dividerci i settori in cerca di 'sto Fiedler benedetto.

E poi, alla fine, trovato. Al piano di sotto!

Vive la vie,
Maat

12.12.06

Ich bin: Einfhülungsvermogën


[Intuito, Tommaso Garavini]