22.2.06

I buy, you buy, eBay

Non si tratta di una questione politica. Non ce l'ho con eBay perché è americano, sarebbe stato lo stesso se fosse stato palestinese o inuit, per quanto mi riguarda (ma avrebbe mai potuto esserlo? Mmm...). Ce l'ho - ma solo un po' - con eBay per esserne stata schiava fino a poco tempo fa io stessa e dunque per averne colto l'essenza, o almeno credo.

Saprete che sono una collezionista. eBay è il luogo perfetto per il collezionista. Lì il maniaco si abbandona completamente alla propria compulsività (artistica, ovviamente...) e può passare intere giornate nell'assorta contemplazione di tutto ciò che mai potrebbe sperare di trovare dal rigattiere sotto casa e, probabilmente, nemmeno dall'antiquario più prestigioso della regione (parlo per il mio campo, ma vale similmente anche per altri).
Ci si può perdere la testa, parola mia.

Per fortuna altri eventi sono intervenuti per farmi rinsavire e ho realizzato quanto la mia passione fosse stata snaturata dallo strumento principe di questo florido new business.
eBay - come anche tutti gli analoghi - è una sorta di ipermercato, dannazione. Un ipermercato, però, che non si limita a vendere scarpe, abiti e accessori per il trucco, ma che commercializza arte, storia, cultura come si potrebbe fare con le figurine Panini. La differenza, ecco, è giusto nel prezzo.
Sicchè dopo un po' (quel po', appunto, sufficiente a lasciare in giro per il mondo uno sbalorditivo amount di quattrini) te ne accorgi, diavolo, di quanto stucchevole fosse il meccanismo che ti portava, dalla mattina prima ancora di far colazione, ad aprire la brava connessione per dare la rituale occhiata a quali fossero le leccornie del giorno.
Come si può? Con le cose antiche, poi... le cose che arrivano dal passato devono il loro fascino al merito che hanno di essere sopravvissute all'indelicatezza delle epoche umane. E quindi prendersi cura di esse significa avere un merito a propria volta, quello di averle riconosciute e salvate dall'inesorabilità dell'oblio. Che salvataggio è quello che mi porta ad acquistare un oggetto patinato come la peggiore bigiotteria made in China? Dov'è il senso della ricerca? Violentato e messo in vetrina anch'esso, fotografato, schedato, descritto fino all'ossessività e, infine, correttamente monetizzato - risultati d'asta e cataloghi di settore alla mano.
Per me, non fa nemmeno male la ragazza che mette all'asta la propria illibatezza. C'è poi così grande differenza?

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao,
anche io sono contro ebay, lo sono sempre stato x una sensazione di non poter gestire direttamente le mie cose in aggiunta alla barbara manipolazione di tutto quanto lì si può trovare e dove ciascuno dietro i suoi presunti feedback nasconde quello che vuole..
è come una maschera di carnevale!!
le cose da dire sarebbero innumerevoli ma x ora mi limito solo a bandire questa associazione che va contro " il fai da te " e alla nostra creativa fantasia..
a presto