16.1.06

Dagherrotipi al tramonto

Quando uno frequenta i quartieri alti e i salotti buoni non è raro, sapete. Ma oggi ho avuto un rendez-vous quantomeno insolito. Diciamo, è come quando incontri una vecchia conoscenza nell'ultimo posto dove avresti mai pensato di incontrarla e, senza che tu possa in alcun modo controllare il tono di voce (che risulta quindi imbarazzantemente gracchiante), ti scappa da dentro istintivo un: "e tu cosa ci fai qui??". Così, insomma. Oggi dunque ho incontrato una vecchia amica su un territorio nuovo. Che sorpresa!
Bene bene. Ne esistono anche altre allora, di persone dalla doppia vita! E che fa se una delle due è fatta di nero su bianco, sempre vita è...
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Sara, poi. Era, è, il nome del mio pelouche preferito. Chi mi conosce può ben immaginare che animale sia ;) Morbida, fiera e immensa, la mia Sara polverosa!
Insomma, ognuno ha il suo negramaro del caso per aggrapparsi agli ultimi rantoli di irresponsabilità cui bisogna sforzarsi, ma che dico, imporsi di non rinunciare mai. Il mio (e non solo il mio!) alle volte si chiama Sara, alle volte sta in una penna e un foglio bianco, altre in una tastiera, altre in qualcosa di un po' troppo alcolico... ehm... non venga messa a verbale l'ultima osservazione.
Essì, perchè la soglia degli anni col 3 davanti non è poi così diversa da quella dei maledetti teens. Il grosso per diventare grandi è fatto ormai, da qui in poi è tutto un raccattare di pezzi di adolescenza (macchè adolescenza. Infanzia, quella sì era la pacchia. Chi diavolo la vuole un'altra adolescenza?!) e montarli per bene uno sull'altro per far quadrare un'identità che sia in grado di essere femminea senza perdere in dignità (dite dite, mica è così facile!). It is a man world...
E c'è qualcuno che di tutto questo sta facendo un'arte e una firma, un rigurgito generazionale che se la ride di Muccino & company e della loro gioventù inesistente. Deo gratias...

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