Allora, non è questione di Grillo sì o Grillo no. Ascoltare del qualunquismo con basi culturali nulle mi fa girar le scatole in generale, e di più quando si parla di Architettura.
L'Architettura è la più snobbata delle arti, la meno nota al grande profanus vulgus? Un tempo, forse. Ma di quel tempo è rimasto metà del corredo genetico, quello che ancora fa dire al signor Bianchi che il moderno è uno schifo (così, tout-court), che cemento è demonio, che, Le Corbusier? Wright? sì, ma... spallucce; ed ecco che è facile sparare a zero, e che ci vuole. «I bravi architetti ci sono, ma bisogna farli parlare!». Ah bravo, grazie. E ce li suggerisci tu quali sono, Beppe? Tu che disprezzi con così gran cognizione di causa il Guggenheim di Barcellona di... dunque... Paul Gehry? Con poi battute che erano inflazionate già quando almeno cinque anni fa ci ironizzavano su i Simpson. E dire che io Gehry lo odio.
E non è da meno Majowiecki, professore allo IUAV che si riduce alla più gretta sparatoria formale generalizzata dicendo che «si dimenticano le funzioni, si fa solo scenografia». E certo, perchè si vive bene sono nei parallelepipedi, anzi, meglio se cubi; di mattoni, è chiaro, con una porta e una finestra. Posso solo immaginare che grande impianto teorico possa star dietro a questa sequela di gratuita immondizia sparata sui poveri, ignari spettatori.
Non sono le istanze formali che vanno contestate all'Architettura contemporanea, brutti imbecilli. È lo starsystem architettonico in sè, la cui esistenza è nota ormai a chiunque, a certa prova, appunto, dell'espandersi della cultura architettonica al di fuori della ristretta cerchia degli adepti del settore; ma è un espandersi superficiale e spocchioso, quell'altra metà cromosomica che fa il paio con la prima, un'Architettura portata a status-symbol borghese, borghesissimo, con nessun pathos e tutta etichetta, solo - metafora calzante - di mera facciata.
Certo, è colpa del settore stesso, che probabilmente è così che vuol vendersi; si veda il look iperpatinato delle riviste (segnalo, su questo argomento, il video "Clip, stamp, fold" che potete vedere in questa sezione - cercatelo nella mischia di link, in ordine alfabetico, oppure usate il motore di ricerca interno - del bellissimo sito ultrafragola.com, che consiglio a tutti di tenere sotto il cuscino) e la medesima tensione alla vanità e alla reciproca masturbazione dei componenti del gotha dell'ars aedificatoria.
È quando si sfora sui budget, questo sì, che fa degli architetti delle primedonne auto-autorizzantisi a qualsiasi cosa pur di permeare di sè il mondo.
Potrebbe persino essere un problema formale, a volte, perchè certo, non tutte le soluzioni sono giustificate da ogni contesto (e su questo, e sul gran vizio dell'Architettura contemporanea di essere - tendenzialmente - aspecifica rispetto ai luoghi in cui si inserisce e malata di "internazionalismo", si potrebbe dir molto, addirittura troppo) o da valori intrinseci che non siano mirati alla sola stravaganza; ma non è certo Grillo a potermene parlare, dall'alto del suo sapere architettonico e, di più, della sua indubitabile esperienza in fatto di infrastrutture ed urbanistica: mi risparmierò commenti su quanto detto al minuto 7:34 del video. A chi, infatti, non sembra palese come a Beppe che connettere una stazione con uno snodo automobilistico (a prescindere dal fatto che sia a Venezia o meno, perché la critica trascende il contesto - giusto per non ricadere nell'errore dei criticati, si noti) sia cosa folle ed inutilissima? Ma certo Beppe, come no. Perché, a te, i bagagli di tua madre quando arriva col treno li porta a casa qualcun altro, probabilmente.
Per non dire delle vignette sui ponti, patetico siparietto la cui onestà intellettuale mi fa rimpiangere quella delle ultime campagne elettorali.
Grillo, per pietà e per il tuo stesso orgoglio personale, non metter più bocca dove non sai che dire; o se vuoi farlo, e mandare qualcuno a fanculo con cognizione degna, vacci prima un po' tu. A studiare, intendo.
L'Architettura è la più snobbata delle arti, la meno nota al grande profanus vulgus? Un tempo, forse. Ma di quel tempo è rimasto metà del corredo genetico, quello che ancora fa dire al signor Bianchi che il moderno è uno schifo (così, tout-court), che cemento è demonio, che, Le Corbusier? Wright? sì, ma... spallucce; ed ecco che è facile sparare a zero, e che ci vuole. «I bravi architetti ci sono, ma bisogna farli parlare!». Ah bravo, grazie. E ce li suggerisci tu quali sono, Beppe? Tu che disprezzi con così gran cognizione di causa il Guggenheim di Barcellona di... dunque... Paul Gehry? Con poi battute che erano inflazionate già quando almeno cinque anni fa ci ironizzavano su i Simpson. E dire che io Gehry lo odio.
E non è da meno Majowiecki, professore allo IUAV che si riduce alla più gretta sparatoria formale generalizzata dicendo che «si dimenticano le funzioni, si fa solo scenografia». E certo, perchè si vive bene sono nei parallelepipedi, anzi, meglio se cubi; di mattoni, è chiaro, con una porta e una finestra. Posso solo immaginare che grande impianto teorico possa star dietro a questa sequela di gratuita immondizia sparata sui poveri, ignari spettatori.
Non sono le istanze formali che vanno contestate all'Architettura contemporanea, brutti imbecilli. È lo starsystem architettonico in sè, la cui esistenza è nota ormai a chiunque, a certa prova, appunto, dell'espandersi della cultura architettonica al di fuori della ristretta cerchia degli adepti del settore; ma è un espandersi superficiale e spocchioso, quell'altra metà cromosomica che fa il paio con la prima, un'Architettura portata a status-symbol borghese, borghesissimo, con nessun pathos e tutta etichetta, solo - metafora calzante - di mera facciata.
Certo, è colpa del settore stesso, che probabilmente è così che vuol vendersi; si veda il look iperpatinato delle riviste (segnalo, su questo argomento, il video "Clip, stamp, fold" che potete vedere in questa sezione - cercatelo nella mischia di link, in ordine alfabetico, oppure usate il motore di ricerca interno - del bellissimo sito ultrafragola.com, che consiglio a tutti di tenere sotto il cuscino) e la medesima tensione alla vanità e alla reciproca masturbazione dei componenti del gotha dell'ars aedificatoria.
È quando si sfora sui budget, questo sì, che fa degli architetti delle primedonne auto-autorizzantisi a qualsiasi cosa pur di permeare di sè il mondo.
Potrebbe persino essere un problema formale, a volte, perchè certo, non tutte le soluzioni sono giustificate da ogni contesto (e su questo, e sul gran vizio dell'Architettura contemporanea di essere - tendenzialmente - aspecifica rispetto ai luoghi in cui si inserisce e malata di "internazionalismo", si potrebbe dir molto, addirittura troppo) o da valori intrinseci che non siano mirati alla sola stravaganza; ma non è certo Grillo a potermene parlare, dall'alto del suo sapere architettonico e, di più, della sua indubitabile esperienza in fatto di infrastrutture ed urbanistica: mi risparmierò commenti su quanto detto al minuto 7:34 del video. A chi, infatti, non sembra palese come a Beppe che connettere una stazione con uno snodo automobilistico (a prescindere dal fatto che sia a Venezia o meno, perché la critica trascende il contesto - giusto per non ricadere nell'errore dei criticati, si noti) sia cosa folle ed inutilissima? Ma certo Beppe, come no. Perché, a te, i bagagli di tua madre quando arriva col treno li porta a casa qualcun altro, probabilmente.
Per non dire delle vignette sui ponti, patetico siparietto la cui onestà intellettuale mi fa rimpiangere quella delle ultime campagne elettorali.
Grillo, per pietà e per il tuo stesso orgoglio personale, non metter più bocca dove non sai che dire; o se vuoi farlo, e mandare qualcuno a fanculo con cognizione degna, vacci prima un po' tu. A studiare, intendo.
4 commenti:
eheheheh, mi trovi d'accordissimo :*
LFN
Diamine, stavo per scrivere un post a proposito! Ma lo farò lo stesso nonostante tu mi abbia battuto sul tempo...
Sono d'accordo.
Premetto. Non sono assolutamente titolato a parlare di architettura, mi limito a leggere e ad informarmi. Grillo e la sua carica di qualunquismo "terra-terra" lo conoscevo già, difatti ha smesso di essere ascoltato dalle mie orecchie da molti mesi. L'unico punto del discorso che, a mio modestissimo avviso, potrebbe essere giusto e/o rilevante - magari formulato in altra maniera - è quello puramente economico: quanto costa? Oppure, che impatto ambientale ha? Mi viene in mente quel "giocattolo" d'acciaio che stanno realizzando per le olimpiadi di Pechino: oscena parata di un regime fuori dalla storia.
Insomma al di là della genuina questione "architettura o ARCHITETTURA?" che, a mio avviso, compete solo a quelli del settore, io porrei l'accento sulla "questione spese" e sul tema "impatto ambientale". Questi sono problemi che possono comprendere tutti. A ognuno il suo.
Saluti =D
@ aldievel:
Esattamente. Ci sono questioni di architettura e urbanistica che sono anche questioni di politica; su di esse - sempre, sperando, previ studi di un minimo valore scientifico - siamo tutti (o quasi) chiamati a prender posizione. Scelte sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico sono, è ovvio, sempre da preferire. È che è tutto immensamente più complicato di quanto si possa dire a parole, soprattutto se a dirlo è un ex-comico che ha dalla sua fiumane adoranti e lievemente acritiche (e, quel che è peggio, convinte di una propria consapevolezza totale).
Ma ci sono anche questioni di architettura che è meglio lasciare, non dico agli architetti, ma quantomeno a chi abbia dalla sua una base culturale forte di storia dell'arte e dell'architettura o se non altro un po' di passione per l'argomento.
@ peja:
Zazzazzero. Bene, allora aspetto la tua versione per venire a tartassarti di domande anche su quella! ;)
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