E così, variamente sollecitata da chi tra l'altro ovviamente c'era, dovrò pur dire qualcosa del SUPERFANTAMEGACONCERTO DEI TUXEDOMOON di domenica!! :D
Dio benedica Time Zones, in altre parole. Fanno sempre dei bellissimi concerti (che ovviamente mi perdo per il 70% ogni anno, figuriamoci), ma, beh, i Tuxedomoon sono i Tuxedomoon e non c'è storia, non si discute.
Vabè, certo che si discute, e infatti a dirla tutta per come il concerto è iniziato un po' delusa sono rimasta, ecco. Le prime due canzoni (si potranno poi sminuire così i prodotti della mente di Reininger & Co.?) proprio non mi sono piaciute. Che è quel rock and roll? Che diavolo è quella sonorità - almeno non quella struttura - massì, diciamolo pure... pop?!
Certo, sarò io probabilmente ad essermi arroccata all'immagine dei Tuxedo che mi viene da Pinheads on the move prima di tutto, poi da Half Mute, e solo dopo da Desire e dagli altri precedenti l''83... lo so, lo so, forse sbaglio, ma per me QUELLI sono loro, non altri. Sennò stacco.
Ed è per questo che mi sono entusiasmata soprattutto nell'ultima parte, quando i ragazzoni sono ri-usciti acclamati da quanti avevano trovato il modo di fare un baccano impressionante dando schienate al fondo metallico della sala del Palatour Perla.
Piccola parentesi: che tristezza, il Palatour Perla. A detta dell'onnisciente Ludo, il giorno prima, sullo stesso palco poi occupato dai semidei, c'erano state Natalie Caldocazzo (ops! era nazzo, nazzo... scusate davvero) e non so quale altra battona dello stesso genere, probabilmente nel peggiore dei musical americani di quarant'anni fa tradotti in italiano da Pupo, o da chi per lui. Questo per dire dei programmi del luogo; ma a guardarlo dal punto di vista estetico non ci sarebbero meno cose da dire. Certo, le poltroncine centrali erano comode, questo sì. Ma non mi può restare accesa per tutta la durata del concerto dei Tuxedomoon la scritta al neon "Palatour Perla" sopra il palco [dannazione, saprò dove mi trovo!]... Con peraltro l'evidenza inconfondibile che "Perla" sta per il latte Perla, manco per la perla come bell'oggetto naturale.
Sono così contenta del tutto, nonostante la mia tutto sommato scarsa conoscenza dei brani eseguiti, che oggi sono andata dal miglior negozio di dischi della città (che da ora in avanti chiameremo per semplicità NR) nella vana speranza di trovarci Half Mute, chiaramente esaurito. In compenso, poiché il noto proprietario (noto in particolare per le consonanti che gli mancano, oltre che per la simpatia generale :D) era seduto proprio dietro di me al concerto, ci siam messi a fare due chiacchiere. Che casino che ha fatto domenica sera :D. Prossimo obiettivo: arrivare a quell'età con lo stesso entusiasmo per l'idea del concerto. Evviva.
Il delizioso ometto mi ha anche consigliato l'ultimo dei Tuxedo. Anche Nico me l'avevo detto. Approfondirò.
Bene, sfruttando il sempre ottimo lavoro di Dani linkerò qualcosa preso lì di straforo.
Voilà!
Ma ne approfitto per aggiungerci qualcosa che ho trovato su YouTube per grazia di qualche altro furbastro lì domenica.
E niente, cioè piuttosto e tutto, ma dovrei andare a sgobbare un po'. Peraltro, poi, per il sempiterno architetto S., che ho trovato proprio lì al concerto domenica. Che piccolo piccolo mondo.
Ah, ecco. Proprio ora che mi stavo per mettere a lavorare alla mia stazione, arriva mio padre che vuole che gli traduca da un discutibile inglese le istruzioni per un altrettanto discutibile metal detector. Mah.
A presto.
Dio benedica Time Zones, in altre parole. Fanno sempre dei bellissimi concerti (che ovviamente mi perdo per il 70% ogni anno, figuriamoci), ma, beh, i Tuxedomoon sono i Tuxedomoon e non c'è storia, non si discute.
Vabè, certo che si discute, e infatti a dirla tutta per come il concerto è iniziato un po' delusa sono rimasta, ecco. Le prime due canzoni (si potranno poi sminuire così i prodotti della mente di Reininger & Co.?) proprio non mi sono piaciute. Che è quel rock and roll? Che diavolo è quella sonorità - almeno non quella struttura - massì, diciamolo pure... pop?!
Certo, sarò io probabilmente ad essermi arroccata all'immagine dei Tuxedo che mi viene da Pinheads on the move prima di tutto, poi da Half Mute, e solo dopo da Desire e dagli altri precedenti l''83... lo so, lo so, forse sbaglio, ma per me QUELLI sono loro, non altri. Sennò stacco.
Ed è per questo che mi sono entusiasmata soprattutto nell'ultima parte, quando i ragazzoni sono ri-usciti acclamati da quanti avevano trovato il modo di fare un baccano impressionante dando schienate al fondo metallico della sala del Palatour Perla.
Piccola parentesi: che tristezza, il Palatour Perla. A detta dell'onnisciente Ludo, il giorno prima, sullo stesso palco poi occupato dai semidei, c'erano state Natalie Caldocazzo (ops! era nazzo, nazzo... scusate davvero) e non so quale altra battona dello stesso genere, probabilmente nel peggiore dei musical americani di quarant'anni fa tradotti in italiano da Pupo, o da chi per lui. Questo per dire dei programmi del luogo; ma a guardarlo dal punto di vista estetico non ci sarebbero meno cose da dire. Certo, le poltroncine centrali erano comode, questo sì. Ma non mi può restare accesa per tutta la durata del concerto dei Tuxedomoon la scritta al neon "Palatour Perla" sopra il palco [dannazione, saprò dove mi trovo!]... Con peraltro l'evidenza inconfondibile che "Perla" sta per il latte Perla, manco per la perla come bell'oggetto naturale.
Sono così contenta del tutto, nonostante la mia tutto sommato scarsa conoscenza dei brani eseguiti, che oggi sono andata dal miglior negozio di dischi della città (che da ora in avanti chiameremo per semplicità NR) nella vana speranza di trovarci Half Mute, chiaramente esaurito. In compenso, poiché il noto proprietario (noto in particolare per le consonanti che gli mancano, oltre che per la simpatia generale :D) era seduto proprio dietro di me al concerto, ci siam messi a fare due chiacchiere. Che casino che ha fatto domenica sera :D. Prossimo obiettivo: arrivare a quell'età con lo stesso entusiasmo per l'idea del concerto. Evviva.
Il delizioso ometto mi ha anche consigliato l'ultimo dei Tuxedo. Anche Nico me l'avevo detto. Approfondirò.
Bene, sfruttando il sempre ottimo lavoro di Dani linkerò qualcosa preso lì di straforo.
Voilà!
Ma ne approfitto per aggiungerci qualcosa che ho trovato su YouTube per grazia di qualche altro furbastro lì domenica.
E niente, cioè piuttosto e tutto, ma dovrei andare a sgobbare un po'. Peraltro, poi, per il sempiterno architetto S., che ho trovato proprio lì al concerto domenica. Che piccolo piccolo mondo.
Ah, ecco. Proprio ora che mi stavo per mettere a lavorare alla mia stazione, arriva mio padre che vuole che gli traduca da un discutibile inglese le istruzioni per un altrettanto discutibile metal detector. Mah.
A presto.
1 commento:
Mah devo dirti il vero io i Tuxedo non li conoscevo (ok lapidatemi) e non mi sono piaciuti. Forse negli anni 80 facevano di meglio, vedrò. Credo che a parte i nostagici che a questo genere di concerti si incontrano sempre, fossero pochi quelli che come me rischiano fidandosi del brand di Time Zones e vanno alla cieca. Belli i tempi andati ma sono andati. Ad essere onesto quando alla musica manca una BELLA melodia, armonia, ritmo e dinamiche (tensione-rilassamento) manca tutto. Non riesco a capire cosa possa attrarre di questa band. A parte poi il teatrino del miserrimo tentativo di accordare la chitarra SENZA abbassare il volume "a recchia", che sta scritto anche in TuttoChitarraForDummies che non si fa LIVE. Abbassa il volume, attacca l'accordatore (se non hai quello "passante") e vai. Poi le pubbliche scuse ("era freddo al sound check") giustificano la scordatura (e nemmeno, 5 minuti prima si riaccorda tutto in genere...), portata avanti cmq per tre brani, ma non il tentativo di riaccordatura a volume aperto. I dilettani non fanno queste castronerie. Io lo concedo solo a gente come Nick Drake o Jimi Hendrix, che era fuori di testa, e questo faceva parte del personaggio.
Altra cosa è stato il resto del Time Zones, una cosa che menomalechequalcunolafa, e del concerto TOP di Bobby Previte con (tra gli altri comprimario) Gianluca Petrella, ovvero il miglior nuovo talento del jazz al mondo per il secondo anno consecutivo secondo Down Beat, ovvero la BIBBIA del jazz da 40 anni. Nemo profeta in patria... Su questo mi riservo un prossimo intervento, magari. Baci
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