1.3.07

Un lancinante desiderio di Architettura

Mi sento così sola nella mia ricerca. Dannazione, speravo che all'università avrei trovato altro. Nella fattispecie, con chi costituire il mio personale nucleo bohèmien, fondare una Scuola di Bari per la rivoluzione totale delle arti e delle architetture.
Questo Amore si è preso una scarpa, un dente, e buona parte di me... ma, me sola? Non voglio crederlo.


Il Politecnico è una strana parte di mondo. Diciamo, una parte sufficientemente variegata da rappresentarlo efficacemente quasi per intero. Una qualità ambientale mediamente scarsa, con i suoi 17 anni di esistenza e gli acciacchi di mezzo secolo, il buon verde, ma che potrebbe essere più verde, il bel ponte sulla piazza coperta a vetro, e ovunque le cacche dei piccioni, le aule a Scianatico e l'aula P. Il DAU e il DEE. La biblioteca e il centro stampa. Il sole dalle vetrate. Il neon. I rapporti con l'AAM e quelli con le aziende. ISF e il mondo reale.



Cosa può venir fuori da tutto questo? Sono autorizzata ad aspirare a qualcosa di grande?


Ho sperato in un carnevale a Dessau, mi sono (pur-troppo) fidata del Paradiso, adesso!, tanto che al suo solo ricordo, mi vien da vivere.

Oh, fratelli disseminati per il mondo! Prendete la mia mano, sporchiamoci di carboncini premonitori! Cosa aspettiamo? Sono qui, sono io che cercavate per il nostro riscatto.


E invece, qui davanti al computer, incapace forse io di vedere in altri occhi il mio stesso bruciare, ma dico, quanto scavare tra l'inettitudine e l'arrivismo? Cercavo amore puro ed ho trovato futile odio, impeto e ed ho avuto noia; ho richiesto un indice di gradimento, mi hanno risposto con un medio di disillusione.

Continuerò il mio solipsistico viaggio finché non sarà qualcuno a cercare me?

Rispondete, se esistete, irrequieti.

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Il mondo è mediocre?
Ferenc.

Maat ha detto...

Un po', alle volte.

:)

prostata ha detto...

Io ho conosciuto un ragazzo in gamba che ha studiato architettura guardacaso proprio a Bari, e ora progetta pali. :(

Anonimo ha detto...

Eh... credo sia davvero poco possibile.
Ho trovato un 3 amici sinceri, con i quali condivere chi più chi meno, alcuni miei interessi.

Poche sono le persone in giro da noi interessate ad una una dimensione trans lavoro, al fulcro, all'essenza. Diversi poi, si stanno lasciando andare.

Se mi trovan leggere testi di poesia o di economia, mi vien detto che perdo il mio tempo. Se provo a parlare di un qualche film, idem. Non parliamo della musica. Se propongo di andare a visitare un palazzo del '500 nel Borgo Antico, bè allora mi prendo troppo sul serio.

Muro di gomma, perdonami la citazione cinefila. Ecco cosa.

Maat ha detto...

lalogica:
Sì, è così. È difficile spiegare che, se quel prezioso quarto d'ora tra una spiegazione e l'altra lo desidereresti per gettarti nel libro che ti sei portata dietro apposta, non è perché non vuoi stare con loro a prendere il sole. È perchè ne hai bisogno...

Stef, quanto è grave che io non riesca a pensare ad altro giorno e notte? Quest'arte mi ha presa per davvero, mi ha presa per il cuore.
Ti confesso che all'inizio, quando mi sono iscritta, ancora dubitavo dell'interesse che questi studi avrebbero potuto suscitare in me. Ma la scintilla è scoccata, e sta diventando un'infatuazione così ossessiva che temo che possa consumarsi in fretta, come sempre accade per questi intensissimi amori non corrisposti. Staremo a vedere.

Cosa sarà di noi, mia cara?

ABS:
Mentirei se ti dicessi che mi rincuori, così :D:P
Ma io non sono mica un architetto, sia chiaro!! La mia facoltà mi permette il vezzo di dichiararmi ingegnere qualora si faccia lorda l'acqua per l'architetto, ed architetto quando si faccia duro il gioco per l'ingegnere... eheheh, evviva chi mi insegna a diventare un chissaccosa :D

Anonimo ha detto...

Per quel che riguarda le ambizioni, le passione e via dicendo... ci pensa la vita a stroncarle, ridicolizzarle, deviarle, umiliarle. Nasce della più nobili delle passioni il più abominevole degli avvilimenti.

Marco ha detto...

mah.. anch'io non trovo molto stimolante il politecnico..i professori sembrano tutti così spresciati.. e poi sono rare le lezioni in cui ci spiegano veramente qualcosa e troppo spesso invece ci chiedono solo di produrre qualcosa dii cui non ci hanno spiegato neanche minimamente il concetto..

giac ha detto...

Una cosa che non ho mai capito degli architetti è come facciano a superare il senso di colpa di costruire.
Non abbiamo già massacrato abbastanza il pianeta?
E se si tratta di riqualificare, non penso servano allora tutti questi architetti.

Piuttosto, guardando il volto di quelli che vanno a lezione di fronte a casa mia, l'impressione è che proprio non si pongano alcuna questione sul loro ruolo, su cosa sia l'architettura e ancora di piu' su cosa dovrebbe essere l'archiettutura nel XXI secolo.

E lo dico senza cattiveria, piuttosto con sincera curiosità.

Maat ha detto...

giac:
Interessante questione, poni. E, credimi, è interessante soprattutto per me, che sono una che si lascia straziare costantemente da una diatriba interna ferocissima tra etica ed estetica (e da molte altre cose, per la verità!).
Oggi sono in un periodo di estetica pura: in qualche modo ho desiderio che l'architetto prenda per un po' il sopravvento sul resto di me (l'ingegnere, in primis; con tutte le altre personalità è più facile che riesca a convivere in pace :D) e mi sto impegnando perché ciò accada.
Ma vedi, giac, l'architettura non è sempre (perchè a volte lo è) il rigurgito di autoaffermazione di un megalomane che se ne frega del resto del mondo. A lungo mi sono interrogata sulla faccenda ed ho trovato risposta chiedendo aiuto al sempiterno Bruno Zevi. Dunque, non credo tu stia affermando che l’arte, per il suo spesso consapevole desiderio di astrarsi da problemi, diciamo, di etica generale, possa essere colpevolizzata dello sfacelo della società occidentale, che qui intendo sia interno ad essa, sia causato da essa.
Ebbene, l’architettura è un’arte. Un’arte astratta, dicono in molti: un’arte che è tutta forma e niente contenuto, l’unica arte che è tutta in ciò che si vede, e non contiene altri messaggi e significati di sorta. Falso!! Il significato dell’architettura è la sua funzione sociale: il messaggio dell’architettura è il suo modo di influenzare la collettività. La buona architettura, buona dal punto di vista etico, serve a qualcuno.
Credi davvero che sia possibile smettere di costruire? Architettura non è una secchiata di cemento sopra nature illibate per il solo gusto di corromperle. Architettura è, può essere, relazione pacifica con esse, addirittura simbiosi.
Per dirne una: hai presente i suburbs americani? Quelli che si vedono nei film, contradelle costituite da centinaia di casette gemelle, col giardino intorno, e il box auto vicino. Bene, se quella al profano può sembrare un’urbanistica sostenibile per il solo fatto che le case sono in legno e c’hanno intorno l’erbetta e gli alberelli, la verità è che borghi con una densità così irrisoria implicano un’estensione della presenza (ingombrante!) dell’uomo sul territorio immensamente più grande, a parità di abitanti, di quella della città densa. E le distanze elevate comportano un uso del mezzo privato a motore assolutamente sproporzionato a quello delle altre situazioni urbane. Una città densa, insomma, e perciò una densità di architetture, non sono sempre e solo una catastrofe per il pianeta. Se poi impareremo a fare, come si sta tentando, tutto in modo ecologico, il risultato sarà garantito.

E per toglierti anche gli ultimi dubbi, visita il secondo dei miei link: anche se, per motivi di tempo/studio, il mio livello di attività in Ingegneria Senza Frontiere è andato scemando ultimamente, continuo a seguirli con passione. Ti basta questo, a convincerti che non siamo tutti solo dei mostri assetati di fama? :D

marco:
Non so esattamente come funzioni da voi ad architettura, ma vedrai che troverai di certo personalità affascinanti tra i tuoi professori. Io credo ancora che il mondo pulluli di gente che, almeno una volta nella sua vita, ha avuto voglia. Tutto sta nel riuscire a riconoscere questa voglia dietro le lenti grigie della frustrazione che chiunque viva quaggiù prima o poi finisce per dover indossare…

anonimo:
Lo so. Lo so già da ora. Però voglio provarci… semplicemente non riesco a non sperare.
E d’altronde, preferisco sentire su di me qualcosa di abominevole, che sentire il nulla.
I miei migliori auguri a te per la vita.

giac ha detto...

Discorso lungo, articolato e assennato.
Non so se possa essere completamente efficace come apologia di una professione, ma sicuramente lo è come tua personale [anche se certo non avevo intenzione (nè il diritto) di prendere di mira te personalmente, e spero di non averlo fatto].

Comunque, entrando nel merito, condivido ampiamente quanto dici, e so che esiste una via sostenibile e compatibile alla architettura.
Voglio però precisare che non sto nemmeno sostenendo la necessità dell'immobilità/immobilismo. Vivo in un centro storico perfettamente conservato e che penso tale debba restare, ma trovo fondamentale innestarlo con quanto di positivo sappiamo dare anche noi contemporanei (non son certo di conoscere bene il caso, ma sarei interessato al lavoro che stanno facendo a Rheims in questo periodo).

Il problema è che l'architettura necessita di una visione del mondo, cosa che temo sia oggi tanto importante quanto insostenibile e sintomo di arroganza.
Forse in questo modo mi copro solo gli occhi davanti alla mia assenza di coraggio intellettuale, ma onestamente trovo che non ammettere che non ci capiamo nulla e che la sola idea di avere una proposta complessiva per l'uomo è sintomo quasi certo di ottusità, o se va meglio, di follia incurabile.

Mmmh non era mia intenzione essere cattivo, anche perchè sono d'accordo con te... boh... avran ragione gli anglosassoni quando si lamentano che ho una metodologia di discussione troppo battagliera? Spero di no :-)

Grazie del link cmq e a presto.

Anonimo ha detto...

"Senza le forze razionali l'architettura sarebbe soltanto un arido gioco di forme, senza quelle irrazionali solo un'opera di ingegneria"

...l'ha detto Mies Van Der Rohe (e non io, anche se mi sarebbe piaciuto!), uno dei tanti architetti che hanno contribuito ad aumentare la superficie "non permeabile" del nostro pianeta a discapito di una rigogliosa natura! :o)

Io cerco cerco e non mi stanco di farlo, perchè di spunti interessanti ce ne sono in giro, anche troppi direi. Da distrazione! Solo, a volte, sono un pò nascosti dalla più generale mediocrità... che molti studenti (ahimè, io non lo sono più!) prendono come alibi per non farsi troppe domande!
E, invece, è bello farsene!

Un sobborgo o un'edilizia intensiva? Non è sempre vero che l'una sia meglio dell'altra. L'edilizia intensiva, da un punto di vista sociale, ha ripercussioni sulla capacità di relazionarsi (sono un numero, "l'interno 54", in mezzo a tanti numeri!), fermo restando le considerazioni che fai tu, maat, sulla quantità di suolo "sprecato".
Allora la questione, a mio avviso, non è tanto di una visione complessiva del mondo, quanto quella di una contestualizzazione delle scelte.
Ma questo vale sempre e per tutto. O no?

Maat ha detto...

Ma certo, ma certo. Il mio non voleva essere un intervento descrittivo di alcun tipo, era giusto un esempio che testimoniasse allo scettico giac che anche noi ci si fa un sacco di domande :)

Anonimo ha detto...

E difatti il mio intervento veniva a supporto della tua testimonianza!
Lungi da me il pensare che tu ti fossi fermata a quella descrizione.
Lo so che ti fai domande! (...anche troppe! ...ops! :-x )
bacio :o)

giac ha detto...

tutta colpa mia :-)

Marina ha detto...

noia...
come smentirti. cerchi qualcuno che ti trovi, che ti chiami. anch'io ho smesso di cercare per un po aspettando di essere trovata. Mi aspettavo di meglio da quel luogo,il politecnico, in cui camminando cerco uno sguardo interessante vitale, ma niente.
è triste aspettarsi tanto, sperare di trovare donne e uomini con cui condividee la febbrile sete di conoscenza di piacer e non trovarli.
scusami per le tante parole.
comunque sono Marina.
piacere di conoscerti.

Maat ha detto...

Ma cara Marina, non scusarti per avermi scritto esattamente ciò che speravo di sentir dire da qualcuno delle mie parti!

Chissà. Forse il Poliba è un posto meno vuoto di persone che hanno occhi per la vita di quanto pensiamo. Il fatto che tu ci sia, inaspettatamente, ne è già una prova.

Sorriso,
Maat

Anonimo ha detto...

ciao, sono luca, ho una casa al mare e ho bisogno di un rivestimento, cosa mi consigli? io avevo pensato al tek, so che ti sembrerà un'idea stupida

fammi sapere
luca

Anonimo ha detto...

ciao luca, so che alcuni esimii architetti hanno apprezzato la soluzione tek, ricordiamo il maestro di eleganza, di stile e di onestà intellettuale "santo" noto anche come il "motorino andante"

Maat ha detto...

Ale, sei il solito inconfondibile coglione! :*

Maat ha detto...

Ah, ma mi si dice che c'ha messo la zampa pure Manu.

Sempre insieme, voi due. Come da esatta conformazione anatomica, del resto.
:P