16.5.06

Quanne ch'ammène u ghelfame

Buongiorno a tutti voi. O buonasera, dovrei dire. Il mio solito vizio di invertirli sempre... pardon.
Da molto non scrivevo qui. Tanti giorni in cui ho visto cose strane accadere alla mia esistenza. Un impegno continuo e sfiancante del mio mestiere di studentessa, una perdita, un viaggio. E l'amore vissuto e celebrato in tutti i modi possibili. Perchè è vero, sì, è vero che l'amore ha tante forme. Ma sono contenta che tutte abbiano lo stesso nome.

Vedete, apro le mani davanti ai vostri occhi e sono mani pulite. A dimostrarvi che come bisogna vivere non l'ho ancora capito, ed avrò trecce bionde e gote rosse su una pelle bianca, come una bambina, fino al giorno della mia morte.
Perchè scrivere adesso che non c'è niente da dire? Perchè non completare le cento bozze messe da parte finora per questo blog? Perchè non produrre qualcosa di utile? Perchè non offrire un buon servizio alla comunità?

Perchè stasera è questo il mio ufficio. Mostrare a me stessa e a voi che la normalità è eccezionale e va esaltata. Che non è unico il modo di sentire. Che Leni Riefenstahl era sulla strada giusta, che saturazione di narcisismo e sincerità totale non possono che andare di pari passo. Basta leggere con attenzione le note a piè di pagina. Non fermarsi al colore della copertina rigida.

I pensieri alla rinfusa sono sempre i più utili. Uno zibaldone che si nutre di ossimori. Come la neve in Africa...È ora di cena e sono io il solito risultato di grande gioia e grande tristezza. Una sola testa per troppi pensieri e due sole mani per un mondo troppo difficile.
Il tramonto che schiaccia la mia piccola esistenza ed il rosso colore del sole che preannuncia la prossima resurrezione.
Kwa heri.

Maat



Note:
Il titolo è in dialetto barese. Vuol dire "quando spira il vento d'Africa".
Perdonatemi per i disguidi alle colonne sonore. Il sito cui mi affido per l'hosting ha alcuni problemi di gestione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Votra e dashur,
il dio delle piccole cose si nutre, e vive, del mondo che gravita attorno a noi giorno per giorno. Ogni giornata ch enoi viviamo è giornata dedicata a contemplare la bellezza del creato e dell'immaginifico piccolo momento che, se inteso nella sua meravigliosa creazione, diventa grande.

Fai bene a pensare che non c'è un momento preciso e un istante preciso per lo scrivere o per il pensare.
Lo è sempre, mon cheri.

Con felicità,
Ismail.