5.1.07

Il tormento e l'estasi

Oggi non so cos'ho. O meglio, sono alcuni giorni che sto in questo strano modo.
Soffro di una curiosa insonnia che mi porta a chiudere occhio per non più di due o tre ore a notte, e in quelle poche mi capitano incubi d'ogni sorta. Nelle altre, sono preda di una inarrestabile estasi creativa. I miei occhi chiusi vedono centinaia di immagini diverse, concepiscono progetti di allegorie dipinte e musicate. Un vero e proprio bombardamento di idee. E anche se un poco di stanchezza mi prende, la tachicardia e l'agitazione sono tali che devo necessariamente alzarmi e prender nota di ogni cosa per il giorno dopo, ma poi finisce che mi ci metto a lavorare subito.
Di conseguenza, durante il giorno ho un fortissimo bisogno di dormire cui, per forza di cose, devo dare ascolto, e quindi la notte successiva siamo allo stesso punto. Ed è un gran dire che devo cercare di dormire di notte. Tre notti fa mi sono svegliata alle 5.00 (essendomi addormentata alle 2.00) e mi son messa a leggere nella speranza di riprendere sonno, ma nulla fino alle 8 passate, tanto vale alzarsi. Stanotte ho provato ad inchiodarmi le palpebre e a non alzarmi, ma avrò dormito sì e no quelle due ore di cui vi dicevo, non consecutive, ed entrambe rigorosamente corredate da sogni irrequieti che mi fanno svegliare dopo poco; alla fine ho battuto sul tempo la sveglia di un'ora e passa, e in piedi alle 6.20.
Ho prodotto due bozzetti per un'allegoria dell'architettura, ho qualche idea per quella della musica ed ho ideato anche un altro disegno che chiamerei "L'Imperatore". Inoltre ho quasi finito un articolo che avevo iniziato giorni fa.
Allora mi son detta che, se non per eccesso, devo andare per difetto. Starò sveglia tutto il giorno e vediamo se stanotte non mi prende il "sonno caposotto", come lo chiama mia madre! Dunque dalli con la caffeina e poiché saprete che non amo il caffé, mi son dedicata ad un Earl Grey a base di darjeeling ed ho rilanciato con una tazza di maté. Qualcuna di quelle maledette grüntee-bonbons non sembrava stonare e la dicitura "mit koffein" mi convinceva, quindi giù anche con quelle.
Mentre scrivevo l'articolo però, intorno alle 9.45, mi è venuto un gran sonno. Ho pensato che era ancora relativamente presto (relativamente ai miei standard, s'intende) e che potevo permettermi un'oretta di riposo. Manco per niente. Alla chiusura delle palpebre mi è balenata in mente ogni singola parola di questo post, nell'ordine. E dopo vari minuti a cercare di convincermi che l'avrei scritto al risveglio, ho ceduto, ed eccomi qua.
Porca miseria! L'ultima volta che ho sentito una descrizione come questa, al tipo stava venendo un cancro al cervello... vabé, era pur sempre John Travolta in Phenomenon... spero che l'esempio non calzi.
Detto questo, il sonno m'è passato e non mi resta che comportarmi di nuovo come aspirante ingegnere-architetto, aspirante poetessa, aspirante pittrice ed aspirante musicista.

Ma un musicista aspirante è un musicista cocainomane?

Non so. Per come mi sto sentendo, probabilmente sì.
Amen.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

il tormento e l'estesi.
splendido, no?
capisco l'irrefrenabile voglia di creare e di esser asprirante donna. Capisco tutto perfettamente tanto da calzar a pennello nella visione del mondo catastrofistico della maat insonne. Il mondo che si roveglia e il giorno che diventa notte.
Il meraviglioso gioco della creazione con tutta quella plastilina che ti rimane attaccata alla e unghie e tu che non riesci a chiudere quel maledetto libro.
Hai mai letto tutto d'un fiato l'antologia di spoon river?
io l'ho fatto stanotte.
splendido, motrè.

A presto,
ismaele.

Jack Frusciante ha detto...

Mia cara. No, non è così, un aspirante musicista può anche darsi agli oppiacei ma questo aiuta fino ad un certo punto, in merito ti consiglio di leggere la storia personale di John Coltrane e di come ne è uscito ma soprattutto di come molti altri musicisti hanno seguito il suo esempio. Personalmente sono convinto che l'espressione è qualcosa di imprescindibile per un essere umano e soprattutto di incontrollabile. Devi solo trovare il canale giusto, alimentarlo, rilassarti e lasciare che esca quello che hai da dire, perchè esiste un metodo per le creazione ma la creazione è un processo inconscio e involontario che richiede un profondo contatto con se stessi. L'allenamento serve solo per facilitare il processo creativo, e si può avere metodo solo nell'allenamento, perchè dopo l'espressione è il frutto del tuo se e non del tuo io. Non mi addentro in analisi che non mi competono, ma forse il tuo se ha qualcosa da dire e il tuo io invece glielo impedisce, un conflitto presente in tutti e che determina più o meno i tuoi sintomi, in diverse varianti posibili (vedasi la diffusa nevrosi). Se pensi di aver trovato il tuo modo espressivo alimentalo, ma bada che per molti l'artista non ne possiede uno solo, l'espressione dell'artista coinvolge tutte le arti, ci sono camionate di musicisti che dipingono, compongono versi (vedasi lo stesso A LOVE SUPREME di Trane) etc. Questo è quello che mi sento di consigliarti. Per me è sempre una sorpresa scoprire cosa ho da dire ogni volta che suono con qualcuno e per qualcun'altro, è una esigenza che ormai non posso fare a meno di placare, quando succede è fantastico e MI APPAGA. Poi dormo come un angelo. Ed ho voglia di alzarmi... Altrimenti dormo malissimo e indugio nel guscio oltremisura ed inutilmente. Vai a cercare il tuo metodo, perchè forse non lo hai trovato e tutto viene fuori di forza e per forza. Una scuola ? Perchè no ? ;-)

Maat ha detto...

jack frusciante ha detto:

in merito ti consiglio di leggere la storia personale di John Coltrane


Aah, ma allora è destino :D
A Natale ho ricevuto un buono cd da Centro Musica, e proprio meno di un'ora fa ho deciso che cosa prendere. Olè!

;)

Marco ha detto...

Fantastico.... :D

io ODIO dormire.. fosse per me cancellerei il sonno dalla mia vita.. o per lo meno lo vivrei come un momento rilassante deciso da me e non dal mio corpo, come andare al cinema o fare un viaggio. ecco, vorrei poter dormire allo stesso modo, a comando.

da un certo punto di vista ti invidio: non riuscire a dormire per creare qualcosa è il miglior modo di usare il proprio tempo.

Maat ha detto...

Ben detto, mio caro. Ahimé, però questo stato di grazia è stato tristemente effimero: dopo una settimana il mio corpo è tornato ad esigere, e mica poco! Otto ore notturne, o morte.

Quanto siamo terreni...