22.12.07

... facciamo trentuno.

Gradevolmente solleticata dall'esperienza di oggi pomeriggio (ormai ieri, per la verità), la mia fantasia ha deciso di prendere il volo e spingersi più in là del dovuto; ma ormai è fatta, e quindi eccovi certi di quei suoi deliranti risultati.

Radio.
Quale potente elemento di comunicazione e di ricerca artistica.
E mi dico: se io avessi da inventare un programma radio, che ne farei?
Ecco, ecco cosa ne farei. Ne farei un luogo (un tempo? sapere che una trasmissione dura da un orario ad un altro la rende un luogo temporale, prima di tutto) in cui sia, ancora, da ricercare la bellezza in tutte le sue forme, purché esprimibili per via auditiva, rumoristica, sonora.
Avete presente quello che Philippe Daverio fa con PassepARTout? Una cosa del genere, ma meno didascalica e del tutto affidata all'udito.
Lo so che non avrebbe speranza. Lo so, lo so, che non ha senso.
Musica, poesia, teatro. Suoni, parole, rumori.


Vero?

2 commenti:

Jack Frusciante ha detto...

No non è un pazzia. Forse è un po' generalista come concetto, dovrai imparare a declinarlo, di puntata in puntata. Io sono rimasto folgorato in questo senso da alcune tramissioni di radiotre, ed in particolare da una serie di puntate sui paesaggi di Luigi Lombardi Vallauri, e poi da Damasco... Ho capito che c'è così tanto bello che solo il tentativo di declinarlo è un lavoro. Quindi, ti ringrazio per l'incoraggiamento e per gli auguri (che ricambio, sostanziandoli in una riscoperta di qualcosa di bello che avevi dimenticato), e ti auguro buon lavoro ;-)

Anonimo ha detto...

E prese a petare incontrollatamente.
D. Fer.