30.12.07

Ecco, sono nei guai.

Perché Bibliotee ha chiuso da un pezzo, e ormai ci avevo messo tristemente una pietra, sul suo magnifico Earl Grey imperiale, ma adesso anche Twinings mi tradisce. , Twinings, ho detto proprio così, e no, non intendo dire che compro miscele della gamma pregiata che pure so essere parte della produzione della celebre etichetta britannica. Intendo dire che fino a poco fa compravo, e mi piaceva, l'Earl Grey della Twinings al supermercato. Quello, quello. Quello con le bustine gialle. Bustine, sì.
Orrore e raccapriccio? Chetatevi, non ho perso completamente il senno ed il palato. Possiamo parlarne. Dico che è molto difficile trovare un Earl Grey in cui l'equilibrio tra la miscela e l'essenza aromatica sia accettabile, anche tra té di qualità. Per fare un esempio, tempo fa comprai da Deli (deli-zioso bugigattolo il cui solo cliente è il Dr. Fer., al quale peraltro ne devo la mia discoverta, sempre sia lodato) un costoso - per i miei taschini, si dia il caso - scatolotto della Taylors of Harrogate, che si è rivelato ahimè sbilanciatissimo, tanto da diventare bevibile, per quanto ovviamente piatto, solo dopo che le foglie vengano lasciate all'aria e mescolate variamente per lunghi minuti prima dell'infusione.
Au contraire, un altro costosetto Earl della Wittard of Chelsea, comprato da Crabtree & Evelyn, si era poi rivelato assolutamente anonimo, quasi un té non aromatizzato e di neanche gran pregio.
Non me ne vogliano quindi la graziosa vecchina del bucacchiòlo dei sapori o le signorotte dell'erboristeria di lusso: sono gli inconvenienti dell'acquisto a scatola chiusa; inconvenienti che, ahimé, non si presentavano in quel dell'amatissimo e suddetto Bibliotee ormai passato.
E infatti, tra tutte quelle che bevevo abitualmente, la miscela che aveva quel negozio era senz'altro la mia preferita. Profondissimo l'aroma, su una base darjeeling impeccabile; difficilissimo sbagliare il tempo di infusione. Secondo ad esso, invece, era appunto un Twinings in foglie che mi era capitato in casa tempo fa, non so più come, e che non ho più trovato. Anche lì, un discreto dialogo tra fondo ed olio essenziale.
Da allora, mi sono dovuta accontentare della versione imbustata di quest'ultima miscela, versione che, per quanto senz'altro povera di sfumature, eccetera eccetera, per lo meno conservava intatto il fatidico bilancio, in assenza del quale è impossibile, a parer mio, impostare un qualsiasi tipo di degustazione soddisfacente. Insomma, per le loro scarse pretese, quelle bustarelle se la cavavano egregiamente.
Ma adesso no. Ho visto il restyling della confezione, e i miei timori si sono rivelati fondati. Adesso anche Twinings sa di sapone. Sono nei guai.
Chi mi soccorre?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Il mio tè,
il mio bel foco,
dite fronde,
è forse qui?
Io lo cerco
in ogni loco
eppur so
ch'esso partì.

D. Fer. (Quello del link summentavado)

Anonimo ha detto...

Pensavo di essere l'unica ad averle notate queste cose. Mi sento un pò meglio, in ogni caso il problema rimane. Siamo nella materia fecale cosmica, ahimè :D.

Valentina ha detto...

Arrivata nel tuo blog in cerca del testo di "Au centro del Mundo"... mi sono imbattuta in alcuni tuoi pensieri. L'architettura; il Politecnico di Bari, la AAM, esperienze che mi hanno coinvolto negli ultimi tempi pur vivendo lontano dalla tua bella città. Complimenti per questo angolino di blog. Valentina, Roma

xxxffhh ha detto...

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non posso passare per caso per un blog, scoprire l'interessante condiviso interesse per l'earl grey, condividere ogni singola parola dell'autrice e poi sentire che ANCHE IL TWINIGS SA DI SAPONETTA!!! Sono devastata dalla notizia..adesso mi tocchera' comperare il tea nero cinese emiscelarlo personalmente con le scorze di bergamotto che sapientemente raccolgo d'estate...ma non e' la stessa cosa.Soffro.

Maat ha detto...

@ #9:

Un dramma comune. Benvenuta!

@ gnappi:

Benvenuta anche a te. Chissà se i nostri cammini si sono già incrociati qualche volta.

@ Lalogica:

Amen. Ma l'altra volta ho provato una cosa nuova al Dolceamaro. Era un Ceylon dal nome per me nuovo, che ormai ho già dimenticato. Dovrò rifarci un salto per prendere nota :D

@ Fer.:

Taci, malabestia!

simona ha detto...

per sfuggire all'effetto saponetta ho comprato dal mercato equo e solidale del semplice tè arancia-cannella a cui ho imparato ad aggiungere in infusione per almeno 6 minuti: una stecca di cannella, la buccia della metà di un'arancia del giardino di mia nonna, 5 chiodi di garofano e 5 grani di pepe nero. intensità di sapore assicurata, li senti tutti singolarmente gli aromi :)
ieri invece ho comprato il mate sempre dalla stessa bottega..peccato solo mi manchi il matero! -_-

Anonimo ha detto...

Sì ma la zotica di maat è per la purezza assoluta, e non accetterebbe mai l'ingerenza di granuli e baccelli esterni. O almeno non in questo caso.

Fer.

Anonimo ha detto...

ohhh povera maat come ti capisco io ho lo stesso problema per il caffè...sono peggio di george clooney nel negozio della nespresso e alla fine in effetti la soluzione l'ho trovata nelle meiscele...miste!lo so che è brutto ma alla fine non è una bestemmia!