12.10.06

E che sia un dibattito.

- Per tutti voi bloggers. -

Oggi richiedo il vostro intervento, miei cari, perché asfissiata dalla noia del mal di vivere intendo interrogarmi a dovere sull'argomento.
Quel che mi spinse ad aprire un blog fu a suo tempo il desiderio di esternare mie proprie digressioni sulla bellezza (i quattro percorsi estetici fin qui analizzati ne erano solo una delle sfaccettature) avendo la libertà, che non avevo altrove, di mostrare e sviscerare pubblicamente argomenti di mio personale interesse. Difatti, prima di aprire I caratteri, la mia casa - in coabitazione - era il forum ControCultura del sito Skakkinostri (potete visitarlo attraverso il link che fornisco qui accanto), nel quale fiorente era il dibattito quotidiano su temi notevoli. Decaduto il livello della discussione ed abbandonata, o quasi, la piazza da parte dei migliori partecipanti (causa, questa, o conseguenza del declino, non sono in grado di dirlo) e quindi perso lo stimolo a proporre argomenti "strani" come i miei personalissimi, che sarebbero stati accolti con rispetto solo da coloro con cui potevo condividere un'altissima stima reciproca, io pure ho disertato quella scena e mi sono concentrata qui.
Salvo poi risvegliarmi dopo alcuni mesi con la netta sensazione di essere più sola di prima.
Certo, un blog si presta a diventare zibaldone di cose private (bah) e non manca la tentazione a rivolgere post enigmatici a pochi precisi destinatari: non sono stata infatti esente neanch'io da quest'uso un po' deviato, accademico, retorico e patetico.
È solo che oggi sono stanca, e chiedo a voi di trasformare questo posto, anche per poco, in un surrogato di forum e di farmi, in sostanza, un po' di compagnia nelle mie riflessioni su di esso stesso.
Quale senso ha un blog? Uno blog normale, intendo, non quello di Grillo o 7 in condotta od altri che contano ogni giorno migliaia di interventi ed hanno decine di collaboratori. Un blog normale, come il mio e il vostro.
Come si può non ammettere di essere autoreferenziali? O lo è solo chi, come me, parla praticamente solo a se stesso non avendo - per colpa o per sventura - la fortuna di possedere una larga cerchia di lettori/ammiratori che tengano viva la discussione?
Che valore ha la lezione frontale che l'amministratore di un blog impartisce al resto del mondo?
Cosa ha spinto voi a fare uso di questa piacevole sostanza?

A voi la parola. Se ne avete voglia.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Io il blog l'ho sempre inquadrato come uno specchio di se stessi, per mostrare agli altri tutte le proprie sfaccettature, a patto che i contenuti fossero estremamente sinceri e trasparenti.
Oltretutto è un gran sentimentometro, con la misurazione da riportare alla lettura dei propri post più vecchi.. (sto meglio, sto peggio, sono esaurito, ero esaurito, sarò esaurito e cose così).
In poche parole il blog ha senso quando l'autore ha un po' la passione per se stesso, senza necessariamente essere egocentrico, e quando ha qualcosa da dire.
Chi non ha niente da dire, individuo dalla personalità inutile, non lo troverà certo in un blog o postando cagate.
io la vedo così..

Anonimo ha detto...

Avevo scritto un commento lunghissimo ed è caduto il server di Blogger... grrr

Spera che Internet Explorer abbia salvato minimamente qualcosa o sarò così demoralizzato che non scriverò più nulla (lo saprò tra una mezz'oretta, mezz'oretta più mezz'oretta meno).

Che sfiga!

Anonimo ha detto...

Spero che questo mio commento non faccia la fine del primo partorito da TheLegs ;)
Il blog, per come lo intendo io, è il quadernetto (o la fotocamera) che ti porti dietro per incastrare sensazioni volanti. Un'espressione di sé ed anche lo stimolo per impegnarsi ad interiorizzare meglio gli eventi quotidiani. Non bisognerebbe scadere nel semplicistico diario da tredicenne arrabbiata, ma neanche pretendere che ogni post sia un capolavoro. per dirla alla Carver maniera "Scrivete di quello che conoscete, niente trucchi del cazzo!".

Anonimo ha detto...

Niente da fare. La sfiga mi perseguita.

Ma, alla fine, come potrei esimermi dall'accogliere un invito così accorato a partecipare al tuo bel blog? Ritento, incrocia le dita ^^

Allora.
Onestamente.
Io sono uno di quelli che fa un uso "deviato, accademico, retorico e patetico" del blog. Sono uno di quelli che parla quasi sempre in modo enigmatico e con metafore o "codici" che potrebbero capire in pochi. Davvero in pochi. Quasi sempre nessuno, per la verità.

Qual è allora il senso del mio blog? Sinceramente: boh. Mi va di fare così. Mi va di abbozzare qualche idea, e imprimerla in bit anziché sulla carta di un diario personale. Non sono mai stato bravo a scrivere un diario personale.

Personalmente non mi aspetto mai numerose visite, né numerosi commenti, anche se ovviamente quando ne ricevo sono indubbiamente contento (diciamocelo, tutti nel loro piccolo vorrebbero sentirsi delle blogstar, altrimenti non avrebbe senso il loro esporre sé stessi in pubblico... una specie di prostituzione spirituale a gratis).

Né tantomeno mi aspetto chissà cosa da chi viene a farmi visita e mi lascia un commento. Alcuni passano a lasciare un saluto ("bel blog, passa dal mio!" "ciao!" ""... insomma dei più odiosi la lista è lunga), alcuni commentano quello che ho scritto con contenuti più o meno interessanti, altri rispondono ai commenti che ho lasciato sul loro blog... beh, senza approfondire ulteriormente, si intuisce che c'è un po' di tutto.

Una volta scrissi un post ispirandomi ad un fatto di cronaca accaduto a Matera, e l'aveva rievocato il fatto di averci passato una sera con gli amici. Il post non aveva nulla di personale, immaginavo la scena dei due ragazzi qualche minuto prima dell'incidente. Qualcuno l'ha intuito, qualcuno invece no, ma qualcun altro piuttosto ci si è ritrovato, così come ci ritroverebbe in una poesia o nel testo di una canzone.

Ecco, è quando succede questo che mi sento soddisfatto. Significa che, nel mio essere personale, quello che scrivo riesce a comunicare qualcosa di buono in qualcuno. Fosse anche uno solo. E fosse anche qualcosa di completamente diverso da quello che intendevo.

Ma poi, d'altra parte, qual è ormai il senso di un web-log? Quella di un diario pubblico. Un diario personale (o altrimenti professionale, come potrebbe essere quello di un avvocato che commenta la sentenza odierna della Cassazione o una legge, o un opinionista che commenta quando gli va la notizia del giorno, o una madre che segue passo per passo gli avvenimenti giudiziari che riguardano la morte di suo figlio) che altri possano leggere. Non avrebbe senso altrimenti.

Mi spiego meglio. L'idea del blog presuppone che ciò che si scrive in quella determinata data sia subordinato e circoscritto a quella data.

Esempio banale: scrivere la recensione di un libro che oggi ho finito di leggere perché ha suscitato in me delle emozioni così forti da aver condizionato il mio modo di vedere la mia giornata, per me è un'ottima occasione per parlarne in un blog.

Scrivere invece la recensione di un libro che magari ho letto un anno fa, e decido di scriverla oggi perché non ho un cazzo da fare, per me non è un post da blog: avresti potuto scriverlo anche fra 2 anni o 6 mesi fa, non sarebbe cambiato nulla.

Ancora: se questo atteggiamento viene perpetrato (es.: un blog che si occupa di recensire libri) per me quello non è un blog, ma semplicemente un sito web che, per comodità o piuttosto pigrizia dell'autore, sfrutta la semplicità di gestione del sistema in cui il blog è creato.

Ho visto blog di... non so, squadre di calcio dilettantistiche su MSN Spaces, dove ogni post corrispondeva ad una sezione del "sito". Questo per dare un'idea, insomma. :)

Poi, la ricetta che rende un blogger apprezzato e il suo blog pieno di commenti sinceramente non l'ho mai capita. Di certo è dovuto ad un insieme di fattori.

Per esempio, pur non essendo una persona che va tanto girovagando per blog, trovo ogni tanto nuovi visitatori. E non so come facciano a trovarmi, non glielo chiedo neanche. Però d'altra parte ad alcuni finisce per piacere il blog, ci tornano, e commentano.

Di certo posso dirti che, a primo acchito e sempre senza poterti dare una ragione precisa, ha influito moltissimo il passaggio da MSN a Splinder.

Lodevole iniziativa, Maat. Attendo altri interventi! :)

Anonimo ha detto...

E' solo output. Se poi c'è di mezzo l'intento spettacolaristico, allora tanto vale essere veramente bravi.

Anonimo ha detto...

La vera domanda che devi farti non è "COS'È UN BLOG?", ma "CHI È UN BLOGGER?"

Jack Frusciante ha detto...

Cara Maat, sui motivi per cui un giorno ho deciso di aprire il mio spazio c'è scritto qualcosa nello stesso, non mi ripeterò, il caso forse ha deciso più del mio stesso sentire quando ho cercato di postare un commento sul tuo blog, ed al posto di essere anonimo ho deciso di qualificarmi, insomma sentiti pure responsabile ! ;-) se non fossi passato di qui non avrei cominciato nulla... Ad ogni modo il tempo ed altri fattori mi impediscono di essere assidua come te, e ancora molto meno di tanti altri, verso i quali non provo in realtà alcuna invidia o ammirazione di sorta, dal momento che ognuno sceglie delle proprie 24 ore cosa fare. Io delle mie sono abbastanza contento. Per tornare la tema, devo dire che un blog è un modo come un altro per entrare in contatto con gli altri. Se ci pensate bene dal punto di vista strettamente informatico non è altro che un forum con un utente privilegiato (chi mette i post) ed altri utenti generici (chi mette i commenti). In realtà come per i forum o i newsgroups ci sono moltissimi che "lurkano" (conoscete questo gergo ?). Ti assicuro che in tanti guardano e non postano, diciamo l'80% del totale delle visite, per cui se ci tieni alla visita non avere timore. Qualcuno una volta diceva che Internet è una cosa svilente perchè non è altro che una rete di computers, altri dicono che è una rete di persone dietro ai computers. Tu stai cercando un contatto, e lo hai trovato, certo non puoi pensare che la pensino tutti come te o che siano tutti semplicemente interessati a quello che scrivi, alcuni più su certi argomenti, altri meno, a volte quasi nessuno... che te frega ? Adesso hai amici nuovi no ? Io non so nemmeno che aspetto hai ma posso dire di conoscerti o no ? Posso anche dire che mi stai simpatica, e ti dico di più, anch'io condivido la tua fame di mondo, sento l'urgenza di conoscere gli altri, di agire nel mondo, perchè agendo esprimo me stesso ed entro in contatto con gli altri, che sono le due cose a cui tengo di più al mondo e basta. Il tuo blog mi ha lasciato nuovi interrogativi, curiosità, saziato stimoli, mi ha permesso di conoscerti, tu che sei così diversa da me... non credere che chi ti guarda ti vede come ti vedi tu. Il tuo ritratto è qui dentro, in pieno, qui si parla di TE, a dispetto di Marcel Proust... Ogni essere umano è una piccola opera d'arte, averne rispetto e cura vuol dire amare l'umanità, e questo vale anche per se stessi, anche se a volte lo dimentichiamo. Scrivere sul mio blog e leggere sul tuo mi ha permesso di conoscere te ma anche di conoscere me, perchè parlare con un amico serve a chiarirsi le idee non perchè lui abbia necessariamente qualcosa da dirti o da consigliarti, ma perchè mentre parli con chi ti vuole bene parli anche a te stesso. Quello che manca davvero qui dentro è il contatto umano, che è una cosa indispensabile nella vita, ma non sono sicuro che sia utile a noi due o noi 100, perchè il contatto umano non è perfetto, non è ideale, puzza, è anche brutto, è in poche parole diverso da come lo immaginiamo, però c'è.
Io non so che viaggio stai programmando, mi auguro che sia una avventura che ti porti a farti attraversare dagli altri e ti arricchisca, ma non temere, con te porti un pezzo di me anche tu. Che leggo tutto quello che scrivi, anche quando non rispondo ;-) Baci.

simona ha detto...

bello bello bello.
colgo l'invito con molto piacere, se non altro perchè era un argomento che avevo voglia di affrontare da tempo sul mio di blog. essì perchè non ti nascondo, cara rossella, l'ormai dipendenza dal mio spazio personale, a volte mi chiedo se davvero non faccia perdere tutto il senso del blog a pensare in funzione di ciò che ci starebbe bene scritto su, o comunque a convertire dalla mia mente pensieri che si attengono al typical blog style. Io ho creato un blog quando ho sentito l’esigenza di raccontarmi e raccontare, inizialmente senza nemmeno preoccuparmi di essere la sola a leggermi, anzi, lo preferivo come semplice alternativa al diario. Ma adesso sono arrivata ad un punto in cui, prima di esser scritte, le mie parole devono
affrontare i filtri del "questa è proprio una cosa da raccontare sul blog" o ancora "questa è troppo personale, qualche utente potrebbe non gradire" per paura di eccesso di autoreferenzialità, appunto. (termine che, guardacaso, su internet compare sempre in abbinamento alla parola blog). In ogni caso, una droga.
d'altra parte provo un senso di primitiva invidia nel leggere spazi che, come il tuo, son capaci di interessare indipendentemente dalla stima che si può provare per l'autore. mi è capitato più volte di incantarmi sul tuo collage di parole e, ancor più frequentemente, di sentirmi impotente ed incapace anche di scrivere un commento che non fosse "di circostanza" o da occidentale, perchè solo da occidentale può suonare un mio commento a riflessioni sulle torture di certe tradizioni sulle donne orientali o africane. e credo di non esser stata l'unica, a volte si preferisce uno spazio vuoto all'insensatezza di alcune parole. è per questo che non credo affatto tu sia sola, i tuoi aficionados continuerranno a leggerti anche quando potrai peccare di pateticità (o patetismo?) o linguaggio criptico per pochi destinatari. perchè un blog è anche questo, o almeno, dovrebbe essere la libertà di esprimersi in ogni termine, per qualsiasi cosa si sente di scrivere, un diario poco diario con la particolarità della forma pubblica ed il confronto con gli utenti del web. per quel che mi riguarda sarò lieta di partecipare più attivamente a patto che l'amministratrice ritorni ad essere prolifica come noi la conosciamo e come la vogliamo.
nell'attesa un grande bacio ed un (si spera) a presto

ps: copio semplicemente quanto scritto nel mp ieri, avevo scritto il mio commento prima di tutti gli altri ma gli intoppi tecnici hanno fregato anche me! mi fa comunque piacere ci siano un bel pò di punti di contatto con gli altri :*

Anonimo ha detto...

O.S.T. > Chad Vangaalen: Kill me in my sleep (consiglio a tutti di muoversi ad ascoltarla)


Uhm... interessante. Fondamentalmente io so solo come tutto sia partito: mia madre, santa donna.

Mia madre m'ha sempre chiesto da un 3 anni e mezzo a questa parte sul perchè io non aprissi un blog.

Non che io abbia mai avuto un diario personale cartaceo, se non quello scolastico (maledetta tradizione!), se non una miserrima Moleskine piena d'appunti vaghi, schizzi interessanti, piccoli incubi, diverse fobie, frasi notevoli, appuntamenti da dimenticare: poi FU il blog.

Ho semplicemente pensato di prolungare ed estendere, come fosse un abbraccio, la mia naturale (perchè non ammetterlo?) propensione alla scrittura nonchè all'approfondimento mosso da Madama Curiosità (folle volo? Massì!).

In diversi periodi non ho avuto fondamentalmente nessuno che mi leggesse e/o mostrasse interesse per le mie facetie, non credo sia mai stato un problema, poi.
Ho iniziato ed ancora adesso scrivo per esigenza, per catarsi... un pizzico d'autoreferenzialità credo poi, ci sia e DEBBA esserci.

Perchè prendersi in giro?

Dal momento in cui il mio primo sistema di riferimento sono io stessa, me medesima e tutto l'ego maldestro che mi porto appresso, prima di ogni filtro... prima di ogni Io esterno, prima di ogni qualsiasi cosa fuori dalla mia persona.

Ho letto diversi blog... blog un pò dal sapore emo, blog cinefili (la meraviglia messa su dal Giannino, ad esempio), blog di musicalmenteparlandodrogati, etc etc... ho trovato, scovato realtà interessanti, altre meno... una cosa è certa però, un blog... un diario, non è tutta la porzione della torta

...è solo l'occhiolino fatto ad un pezzo di te stessa, ad una delle tue mille personalità... stiamo, stai, sto assencondando un piccolo frammento, fotogramma di me stessa. Capisci? Alcune volte potrai risultare poco chiara ed ermetica anche a te stessa ed in quel momento, io so che tu, non avresti mai il coraggio di chiederti una risposta, violentandoti il pensiero... sarà solo alfabeto, sarà solo comunione di un momento sacro... che gli altri si identifichino o meno, che gli altri rispondano alle tue urla tacite o meno.

Il poeta un pò è vero, deve violentarsi nel proprio intimo eppure, rispettando sempre "quel" labile confine.

Ti bacio mille volte ancora e ricorda, quando vuoi, la mia pelle è sempre pronta ad assecondarti... :)


Sempre Tua

A ha detto...

Beh...
Il blog potrebbe essere (come nel mio caso) una rappresentazione, un'istantanea delle mille cose (idee, pensieri e follie) che ogni giorno passano nella testa di una persona...
Una differita di tutte i pensieri e delle piccole e grandi cazzate che ogni giorno si affollano nella mente di colui che scrive...Un interfaccia digitale della propria esistenza, non necessariamente fedele, anche una maschera o un "habitus" di cui talvolta ci copriamo...
E' indubbiamente autoreferenziale e spesso scritto per noi stessi, spesso sembra un diario, ma infondo, un diario non ha bisogno di referenze o di lettori...Esso si nutre di noi e vive per noi...
Scusa l'intrusione...
Carino il tuo blog!

Michele

Anonimo ha detto...

Io, nel mio essere Nessuno, lancio una proposta, un blog a multigestione che raccolga l'eredità dell'eifù controcultura...
Credo sia una cosa facilmente fattibile, si crea una piccola redazione interna, e tutti possono collaborare inviando articoli alla redazione.
I commenti ovviamente saranno liberi

Anonimo ha detto...

Viva l'output.

Maat ha detto...

Finalmente mi son decisa a rispondervi. Vi dirò, sono d'accordo un po' con tutti voi e ciò fa di me una blogger decisamente problematica. La mia smania ossessiva di comunicare, anche e soprattutto mediante la scrittura, deve pur risolversi in qualche modo e quindi faccio un uso smodato di diari, pagine word, forum, e ovviamente del mio blog.
Ciò che mi porta (come pure ho già detto, ma ormai talmente tanti giorni fa che mi è opportuno ripetermelo) ad avere ultimamente qualche perplessità sull'uso del blog è fondamentalmente l'autoreferenzialità totale di quanto dico. Insomma, cosa c'è di più autoreferenziale di un diario, direte voi, e quindi per quale motivo un diario dovrebbe avere qualche merito in più (o demerito in meno, meglio) di un blog? È che del diario sono chiare le intenzioni catartiche e buonanotte. Certamente chi scrive un diario alle volte lo fa anche con certe velleità estetiche ma, boh, ravviso maggior dignità nell'evitare di propinarle al pubblico per argomenti che questo in larga maggioranza non potrebbe capire.
Però poi ugualmente mi beo proprio di questa possibilità di comunicazione ambigua quando uso il mio blog. Insomma pecco e sono torturata dal senso di colpa!
Vabè, ve l'ho fatta eccessiva, alla fine chissenefrega, non è che siate obbligati a leggermi...
Ma non è soltanto questo. È, fondamentalmente, che mi sono sentita estremamente sola proprio laddove avrei voluto cercare del confronto intellettuale con altre voci. Ecco perchè ho sospeso temporaneamente l'attività, ed ecco perchè, se riprenderò la continuità con cui aggiornavo questo posto un tempo, probabilmente darò un diverso carattere ai miei caratteri.
Oppure no.
Non so. ^_^