22.9.06

Casa dolce casa

L'amo, cadente e sitibonda. Nè me ne vergogno!

Dagli angoli magici di via Marchese di Montrone all'ultimo isolato di via Melo, da Madonnella a tutto il quartiere Libertà. Anche solo se il sole batte su una saracinesca chiusa.
E non è meno bella la bottega del robivecchi con dentro tutto il mondo a un euro, e non saprei spiegare il fascino di quei balconi pericolanti di via Manzoni, quelli del palazzo rosso che sa di bordelli retro e di una Montmartre forse perduta. Quello con le reti verdi d'emergenza lì da decenni è una puttana di mezz'età coi seni appassiti che si affaccia gridando: "vous, là-bas! regardez ça! il n'y a pas de la chair seulement à Pigalle!".
Non mi capita spesso di guardare Bari come un turista. Ma quando accade è amore folle.
Oggi cominciano le mie vacanze estive (!) e il potersi prendere tutto il tempo che si vuole per un Caffé Sotto Il Mare con le amiche d'infanzia ti fa guardare tutto con occhi nuovi, come se il resto non fosse mai esistito, mai, nella memoria. Così ti fa compagnia un cielo che più azzurro impazziresti e che visto dalla porta attraverso il Fortino è pura metafisica.
E anche al ritorno, il vicoletto per piazza Ferrarese ce li aveva anche prima tutti quei lampioncini da miniatura da parete? E sono sempre state così enormi le colonne del Piccinni? Così largo Corso Vittorio Emanuele?
Sono tornata a casa con un misto puerile tra sindrome di Stendhal e colpo di fulmine, felice indiscrivibilmente di vivere in questo posto bellissimo e imperfetto e di avere proprio per questo qualcosa da fare perché se ne accorgano tutti.
E ho intenzione di farlo davvero, s'intende. ;)


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissima Maat, eh sì hai perfettamente ragione: anche nel posto migliore del mondo, non ci si sente mai come a casa. Per quanto tutto possa essere male organizzato, degradato e volgare, non si può dimenticare il luogo natale, quello nel quale si è cresciuti e al quale ad ogni angolo, profumo e rumore, è legato un proprio pezzo di vita.

Angel

Anonimo ha detto...

Mi identifico pienamente nella descrizione del blogger ansioso di esplorare altri blogmuniti ;)

Beh, ammetto, è tardi e rimanderò l'esplorazione a domani. Ma è una premessa allettante sapere che c'è qualcun'altro che cerchi di guardare la propria città con una prospettiva esterna... e soprattutto che sappia del glorioso passato di via Manzoni (in pochi hanno il coraggio di dirlo ;).

A risentirci presto!

Anonimo ha detto...

...è come se guardare le cose che ci circondano con occhi nuovi significhi rinascere mille volte in un minuto. Il tuo post mi ha fatto pensare a "Via della povertà" di De Andrè! Sono arrivata sul tuo blog dal blog di TheLegs, ci tornerò per approfondirne la visita!

Anonimo ha detto...

...io ho già aggiunto il tuo blog tra i miei link! a presto ;)

Anonimo ha detto...

Volentieri... io ti aggiungo or ora :)

simona ha detto...

bari non è la mia città e sebbene la viva a pieni polmoni da almeno 7 anni perchè in maniera trasversale ne sono entrata a far parte, continuerò sempre a riservarle l'occhio da turista.
il lungomare nord, il fortino, santa teresa di maschi, il porto, il labirinto di stardine vecchie nelle quali puntualmente mi perdo, il molo così come tutto il quartiere murattiano e libertà..
la mia miglior sindrome di stendhal è ancora la basilica..
e le infinite storie di mare che custodisce
il tutto sta nel realizzare questa fortuna!
ti bacio