Dagli angoli magici di via Marchese di Montrone all'ultimo isolato di via Melo, da Madonnella a tutto il quartiere Libertà. Anche solo se il sole batte su una saracinesca chiusa.
E non è meno bella la bottega del robivecchi con dentro tutto il mondo a un euro, e non saprei spiegare il fascino di quei balconi pericolanti di via Manzoni, quelli del palazzo rosso che sa di bordelli retro e di una Montmartre forse perduta. Quello con le reti verdi d'emergenza lì da decenni è una puttana di mezz'età coi seni appassiti che si affaccia gridando: "vous, là-bas! regardez ça! il n'y a pas de la chair seulement à Pigalle!".
Non mi capita spesso di guardare Bari come un turista. Ma quando accade è amore folle.
Oggi cominciano le mie vacanze estive (!) e il potersi prendere tutto il tempo che si vuole per un Caffé Sotto Il Mare con le amiche d'infanzia ti fa guardare tutto con occhi nuovi, come se il resto non fosse mai esistito, mai, nella memoria. Così ti fa compagnia un cielo che più azzurro impazziresti e che visto dalla porta attraverso il Fortino è pura metafisica.
E anche al ritorno, il vicoletto per piazza Ferrarese ce li aveva anche prima tutti quei lampioncini da miniatura da parete? E sono sempre state così enormi le colonne del Piccinni? Così largo Corso Vittorio Emanuele?
Sono tornata a casa con un misto puerile tra sindrome di Stendhal e colpo di fulmine, felice indiscrivibilmente di vivere in questo posto bellissimo e imperfetto e di avere proprio per questo qualcosa da fare perché se ne accorgano tutti.
E ho intenzione di farlo davvero, s'intende. ;)